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Nasce il Tripadvisor della sanità

Dove si trovano gli ospedali migliori? Quali sono i 10 migliori reparti di pneumologia? Che umore hanno le persone in varie regioni d’Italia? A queste domande risponde Thatmorning.com, la piattaforma italiana che traccia una mappa delle strutture ospedaliere italiane attraverso le segnalazioni dei pazienti. La mappa dei migliori ospedali italiana viene disegnata incrociando due tipi di informazioni: quelle più oggettive provenienti dal panorama scientifico e quelle più soggettive che derivano dalle esperienze dirette dei pazienti.

E’ stata una società di comunicazione di Milano a dare vita al progetto. Thatmorning è un vero e proprio database degli ospedali classificati per regione o per specialità e nasce al fine di orientare le scelte del paziente in merito alla struttura ospedaliera alla quale affidarsi in caso di necessità. All’interno della piattaforma è presente una community formata da individui che condividono le loro esperienze di malattia e di guarigione.

“Capita a milioni di persone - così spiega l’iniziativa Lorenzo Garassino, che l’ha sviluppata per conto della società Meda36 - di svegliarsi una mattina e di accorgersi di avere improvvisamente bisogno di un ospedale, di uno specialista perché scopre di essere affetto da un problema serio di salute. Per questo la piattaforma si chiama “Thatmorning”. Che si fa in questi casi: ci si affida al medico di famiglia, al passaparola tra parenti e conoscenti in grado di orientare la scelta del luogo in cui curarsi. Ma è un criterio che funziona? Noi abbiamo cercato di superare questo limite raccogliendo una mole di dati in grado di stilare una graduatoria il più possibile aderente alla realtà. Li abbiamo cercati nei database del ministero della salute, delle Regioni, degli istituti universitari. Ne è scaturita una fotografia in grado di raggruppare 1.200 ospedali e 8.500 reparti, tutte strutture pubbliche o convenzionate».

Ma rimane una questione spinosa da risolvere: è giusto che un tema delicato come quello dell’assistenza sanitaria sia trattato alla stregua della scelta di un ristorante o di una struttura alberghiera? Il rischio è che il paziente orienti le proprie scelte in base alle informazioni che trova in rete piuttosto che affidarsi al parere dello specialista o del medico di medicina generale che lo assiste.

«È esattamente ciò che vogliamo evitare - conclude Garassino - e anche per questo abbiamo sottoposto il nostro lavoro agli esperti e anche al parere di alcuni ordini dei medici. Ci è stato detto che i criteri per giungere a un giudizio oggettivo sono troppo variabili, che l’attendibilità è sempre dubbia. Ma ci è stata anche riconosciuta l’utilità delle informazioni che mettiamo a disposizione. La scelta ultima, poi spetta sempre al paziente».

Ufficio Stampa AIPO