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Pronto Soccorso: troppi accessi impropri. Si può migliorare col DM 77/2022?

In Pronto Soccorso si va troppo, soprattutto per malanni poi classificati con codici triage bianchi o verdi (i meno gravi), preferibilmente il lunedì mattina, e con accessi che in 4 milioni di casi (il 22% del totale), nel solo 2023, non è azzardato ritenere “impropri”. Le cose potrebbero migliorare, e di molto, se fossero rese operative le “Case della Salute” previste dal DM 77/2022 per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale. Sono questi i principali dati presentati da AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari Regionali) al convegno “Accessi in Pronto Soccorso e Implementazione DM 77/2022 per una migliore presa in carico dei pazienti”, che si è svolto nella sede romana dell’Agenzia alla presenza del Direttore Generale, Domenico Mantoan, e di rappresentanti del Ministero della Salute, delle Regioni e di varie realtà sanitarie attive sul fronte dell’assistenza ai cittadini/pazienti.

I dati AGENAS
Nel 2023 si sono registrati 18,27 milioni di accessi negli ospedali sede di Pronto Soccorso (PS) e di Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione di primo e secondo livello (DEA I e DEA II) con un incremento, rispetto al 2022, del 6%. La prevalenza degli accessi (68% dei casi) è caratterizzata da codici triage - dopo la valutazione medica - bianchi e verdi. Di questi, circa 4 milioni si possono ritenere impropri (accessi in codice bianco e verde alla visita medica, con l’esclusione dei traumi; giunti in PS in modo autonomo o inviati dal medico di famiglia, nei giorni feriali e festivi e in orari diurni, con dimissione al domicilio o a strutture ambulatoriali).
I dati sull’accessibilità della Rete di emergenza-urgenza indicano come la copertura del servizio entro 30 minuti sia pari al 94%, quota che raggiunge il 99% entro i 45 minuti.

Il DM 77/2022
Lo studio presentato da AGENAS indica come la popolazione non in grado di raggiungere le strutture di Pronto Soccorso entro 30 minuti (il 5,8% della popolazione, pari a 3,4 milioni di persone) potrebbe essere decisamente ridotta con la corretta implementazione del DM 77/2022, che individua la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale attraverso la presa in carico dei pazienti all’interno delle nuove strutture previste dal PNRR. E cioè, a regime, oltre 1350 strutture aperte fino a 24h su 24 e 7 giorni su 7, finanziate con le risorse del PNRR stesso, dove il cittadino potrà trovare Cardiologi, Diabetologi e Pneumologi, identificati come livello intermedio di assistenza tra Ospedale e Medico di Medicina Generale, e posti al servizio delle patologie identificate come croniche.
Nelle Regioni in cui tale decreto è stato implementato, si nota un miglioramento della presa in carico dei pazienti e un efficientamento del personale sanitario.

Il caso Emilia-Romagna
La presentazione dei dati relativi agli accessi in P.S. è stata infatti anche l’occasione per illustrare il progetto di riorganizzazione della Regione Emilia-Romagna che, unitamente alle altre Regioni, ha avviato un riassetto della rete dell’emergenza-urgenza per il miglioramento delle tempistiche di accesso alle cure, nonché della qualità della presa in carico. “Da osservare come nel disegno di riassetto della medicina territoriale, il numero 116117, ovvero il recapito a valenza europea per le cure sanitarie non urgenti e altri servizi sanitari – si legge in una nota dell’Agenzia - diventerà il riferimento per il cittadino per la presa in carico non urgente per le problematiche sociosanitarie”.

I dati AGENAS e il DM 70/2015
Confrontando poi i dati relativi agli accessi in P.S. con il DM 70/2015 relativo agli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, “si può affermare che circa il 75% delle strutture di P.S. registra un numero di accessi al di sotto degli standard. In particolare, nel 29% dei casi si individuano meno di 15.000 accessi annui – si legge ancora nella nota diffusa dall’Agenzia - I DEA di primo livello registrano invece una performance migliore”.

 

Alessandra Rozzi
Ufficio Stampa AIPO-ITS/ETS