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Rapporto Istat sugli indicatori demografici: la popolazione cala ancora ma non al livello del biennio 2020-21. Natalità al minimo storico

Popolazione italiana in calo rispetto all’anno precedente ma un’intensità minore rispetto al 2021 e al 2020. A dirlo il rapporto ISTAT sugli indicatori demografici diffuso nei giorni scorsi.
La natalità ha raggiunto il minimo storico con una mortalità ancora più elevata. Il calo della popolazione è il risultato di una dinamica demografica sfavorevole che vede un eccesso di decessi sulle nascite.
La speranza di vita alla nascita nel 2022 è stimata in 80,5 anni per gli uomini e in 84,8 anni per le donne. In leggero aumento quindi per gli uomini rispetto al 2021 e invariata per le donne.

Nel 2022 i decessi in Italia sono stati 713 mila con un tasso di mortalità pari al 12,1%. Il picco dei decessi si registra nei mesi più rigidi, gennaio e dicembre e nei mesi più caldi, luglio e agosto.

Nel 2022 i nati sono scesi, per la prima volta dall’unità d’Italia, sotto la soglia delle 400mila unità, attestandosi a 393mila. Dal 2008, ultimo anno in cui si registrò un aumento delle nascite, il calo è di circa 184mila nati, di cui circa 27mila concentrate dal 2019 in avanti.

Per quanto riguarda l’invecchiamento della popolazione, l’età media è passata da 45,7 anni a 46,4 anni tra l’inizio del 2020 e l’inizio del 2023. In questo periodo la popolazione residente è mediamente invecchiata almeno di ulteriori otto mesi.  

Il Centro e il Nord presentano una proporzione di ultrasessantacinquenni leggermente più alta di quella nazionale, rispettivamente pari al 24,7% e al 24,6%. Nel Mezzogiorno tale proporzione è invece del 23%. Gli ultraottantenni costituiscono l’8,2% della popolazione totale nel Nord e nel Centro e il 6,8% nel Mezzogiorno.  La Liguria è la regione più anziana, con una quota di over 65enni pari al 28,9% e una di ultra 80enni del 10,4%. Seguono il Friuli-Venezia Giulia (26,9% e 9,1%) e l’Umbria (26,8% e 9,2%). La regione con le percentuali più basse di ultrasessantacinquenni e ultraottantenni è la Campania (20,6% e 5,6%), seguita dal Trentino-Alto Adige (21,8% e 7%) e dalla Sicilia (22,9 e 6,7%).

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