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Cure palliative nella gestione delle patologie respiratorie croniche. AIPO presente al Congresso SICP

L’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO), da sempre attenta alla gestione delle patologie respiratorie croniche caratterizzate da dispnea refrattaria al trattamento, ha partecipato attraverso una sua delegazione al Congresso Nazionale della Società Italiana di Cure Palliative (SICP) tenutosi a Riccione dal 15 al 18 Novembre. A rappresentare AIPO sono state la dott.ssa Antonella Serafini, coordinatore del tavolo tecnico AIPO-SICP e la dott.ssa Cristina Cinti entrambe fortemente coinvolte nei processi di collaborazione delle due società scientifiche.

“Al tavolo tecnico, nato nel 2014 sulla spinta della forte mission formativa di AIPO, siedono oltre ai rappresentanti di AIPO e SICP anche delegati della Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria (ARIR) e della Società Italiana Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI)” spiega Antonella Serafini. “Gli allarmanti dati epidemiologici delle patologie respiratorie croniche unitamente al progressivo invecchiamento della popolazione hanno spinto la società scientifica a iniziare un dialogo con i palliativisti. Uno dei principali obiettivi di questo tavolo tecnico è la formazione degli pneumologi in maniera tale che sappiano affiancare nel percorso di cura le cure palliative a quelle tradizionali. I giovani pneumologi si confronteranno sempre più frequentemente con il tema delle cronicità. L’istituzione del tavolo tecnico ha dato avvio a una collaborazione sempre più produttiva fra le tre società scientifiche che recentemente si è estesa anche alla SIMRI a conferma dell’attenzione che gli specialisti rivolgono alle patologie croniche respiratorie evolutive dell’età pediatrica quali fibrosi cistica e malattie neuromuscolari. In particolare, come pneumologi abbiamo imparato dai palliativisti che non basta dare l’oppioide. E’ fondamentale accompagnare il paziente.”

Nel corso del Congresso SICP si è tenuta una sessione intersocietaria dal titolo “Il trattamento della insufficienza respiratoria cronica in Cure Palliative”. Le parole chiave emerse nel corso degli interventi sono state “lavoro in team”, “educazione del paziente e della famiglia alla consapevolezza di malattia”, “empatia”, “ascolto attivo”, “qualità di vita”.

“La sessione inter societaria ha fornito una panoramica a 360 gradi sulle cure palliative nella cronicità respiratoria in Italia” commenta Antonella Serafini. “In taluni casi il deterioramento delle condizioni di vita del paziente respiratorio cronico viene erroneamente interpretato come un “modus vivendi” e non come un inasprirsi della patologia” continua l’esperta.

Cristina Cinti (AIPO), nel corso del suo intervento, ha sottolineato come le Cure Palliative, culturalmente accettate in ambito oncologico, siano destinate a uno scarso numero di pazienti in ambito pneumologico. Solo il 2.3% dei pazienti affetti da malattie respiratorie croniche con secondaria insufficienza respiratoria (tra cui BPCO, fibrosi polmonare, malattie neuromuscolari con compromissione del mantice toracico) viene trattato con farmaci di carattere palliativo.

Pneumologi, fisioterapisti, infermieri professionali e psicologi che sono intervenuti nel corso della sessione hanno sottolineato come la forte innovazione tecnologica che ha investito le nostre vite abbia portato a una distorsione del concetto stesso di morte che non viene più vista come un fatto naturale, facente parte del ciclo vitale, ma come un evento eccezionale inaspettato. In questo contesto è evidente una continua sottostima, a livello sanitario, del disagio globale (psicologico, sociale e spirituale) associato alla mancanza di respiro.

“Rimodulare le cure, associando ai trattamenti tradizionali le cure palliative in grado di allievare la fame d’aria significa non solo migliorare la qualità di vita dei pazienti ma anche limitare gli accessi in pronto soccorso nonché i ricoveri inappropriati in reparti di degenza per acuti se non addirittura in reparti intensivi e quindi limitare i costi a carico del sistema sanitario nazionale” conclude Antonella Serafini.

“Negli anni si è consolidata una collaborazione inter societaria che ha visto in una prima fase la stesura di un documento relativo ai punti chiave nella gestione del paziente affetto da patologie respiratorie croniche con dispnea refrattaria al trattamento” commenta Italo Penco, Presidente SICP. “Nei prossimi anni le malattie respiratorie croniche saranno fra le principali cause di morte in Italia. Questo ci porta a pensare a un discorso di cure palliative in una fase precoce che prevede il coinvolgimento di più figure professionali quali il medico, l’infermiere, il fisioterapista e lo psicologo. E’ necessario un approccio multidisciplinare in cui ogni professionista metta a disposizione il suo know how condividendolo con gli altri membri del team. In questo momento storico, in qualità di società scientifica, siamo chiamati a formare e a supportare i medici a una corretta gestione del malato che necessita di cure palliative specialistiche” conclude il Presidente SICP.

“Nell’ambito della collaborazione AIPO-SICP lo scorso anno abbiamo organizzato a Milano il primo corso nazionale di cure palliative in pneumologia volto a diffondere e trasmettere la conoscenza delle cure palliative nella gestione di pazienti con problemi pneumologici” commenta Danila Valenti, referente della Società Italiana di Cure Palliative (SICP) nell’ambito del tavolo tecnico AIPO-SICP.

“E’ fondamentale avere chiaro il concetto di cure palliative che può essere tradotto nella presa in carico attiva e globale del paziente e della sua famiglia” spiega la rappresentante di SICP. “Significa controllare i sintomi che compromettono la qualità di vita come il dolore, la dispnea, la nausea e, nel contempo, affrontare le problematiche psicologiche, sociali e spirituali-esistenziali. L’obiettivo delle Cure Palliative è il raggiungimento della migliore qualità di vita per i Pazienti e per le loro famiglie. E per capire il concetto di qualità di vita di quella persona, in quel momento della malattia, in quel contesto familiare è importante accompagnare il paziente e la famiglia anche nella consapevolezza dell’inguaribilità della malattia. E’ fondamentale cominciare un percorso di cure palliative in maniera precoce. Prima che la malattia arrivi agli stadi finali.”

In occasione del primo corso nazionale intersocietario AIPO-SICP di Cure Palliative in pneumologia gli specialisti presenti sono stati formati all’impiego della morfina nella gestione della dispnea: con quali dosi iniziare il trattamento, come si aumenta progressivamente il dosaggio e come si calcola la terapia di salvataggio in caso di dispnea acuta o di dolore acuto.

“Spesso lo pneumologo non ricorre alla somministrazione della morfina per una paura atavica legata al rischio di “blocco del centro del respiro” spiega Danila Valenti. “Se la morfina viene somministrata in maniera corretta e graduale questo rischio non sussiste, e abbiamo la possibilità di controllare la dispnea, di ridurre la percezione di fatica respiratoria (quello che vogliamo definire il dolore respiratorio) che è uno dei sintomi più gravosi da vivere per la persona malata. Dai dati di letteratura scientifica (Higginson et al., 2016) sta emergendo che attivare programmi di Cure Palliative Precoci in collaborazione con i Servizi di Cure Palliative migliora i sintomi, migliora la qualità di vita e addirittura aumenta la sopravvivenza.”

“Nell’ambito delle cure palliative, che non si limitano a curare i sintomi ma a ricercare una migliore qualità di vita del paziente e della sua famiglia, l’aspetto relazionale è fondamentale. E’ necessario che anche lo pneumologo impari ad affrontare il discorso dell’inguaribilità della malattia e che, in collaborazione con le Cure Palliative, porti avanti con la persona malata e la sua famiglia, una pianificazione condivisa e anticipata delle cure, nel rispetto del suo concetto di qualità di vita e di dignità di vita” conclude Danila Valenti

Ufficio Stampa AIPO