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Funzionalità polmonare, abitudine al fumo e BPCO. Sono i geni a fare la differenza

Scoperta la predisposizione genetica all’abitudine tabagica e alle malattie respiratorie. E così si spiega la presenza di polmoni sani in fumatori e la comparsa di malattie respiratorie in chi non ha mai fumato. A svelare il mistero è il DNA.

Sono i ricercatori delle Università di Nottingham e di Leicester autori di uno studio pubblicato su The Lancet Respiratory Medicine e presentato in occasione del Congresso della Società Europea di Medicina Respiratoria (ERS) a dare la notizia.  

Secondo i firmatari dello studio comprendere le basi genetiche dell’ostruzione delle vie aeree e dell’abitudine al fumo può rappresentare la chiave di volta nella comprensione dei meccanismi fisiopatologici alla base dell’insorgenza della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).

Gli studiosi si sono chiesi se la genetica può renderci più dipendenti dalla nicotina, se la salute dei nostri polmoni è scritta nel DNA.

Lo studio ha preso le mosse dalle informazioni genetiche contenute nella Bionank inglese, un corposo database che raccoglie dati genetici di più di 500.000 soggetti, realizzato nel Regno Unito fra il 2006 e il 2010.

All’interno della Biobank inglese sono stati selezionati 50.000 individui in base alla funzionalità polmonare e in base al fatto che fossero fumatori o non fumatori. L’attenzione dei ricercatori si è focalizzata su varianti genetiche associate alla broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) in soggetti che non avevano mai fumato.

Confrontando il patrimonio genetico di fumatori e non, i ricercatori hanno scoperto porzioni di DNA che riducono il rischio di ammalarsi e che quindi sono stati identificati come “geni buoni”, responsabili della buona salute dei nostri polmoni.

I soggetti fumatori che presentano le suddette caratteristiche genetiche sono più protetti e presentano un rischio di ammalarsi di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) più basso rispetto agli individui privi dei “geni buoni”. Dai dati emersi risulta inoltre che la genetica influenzi lo sviluppo dei polmoni, la loro capacità di rispondere ad agenti aggressivi e la dipendenza dalla nicotina.

Il confronto ha reso possibile la scoperta di parti del genoma umano che non erano mai state in precedenza associate alla funzionalità polmonare e 5 tratti del DNA correlabili col fatto di essere un forte fumatore.

Le scoperte dei ricercatori inglesi forniscono informazioni importanti ai fini della definizione di nuove strategie terapeutiche per il trattamento della BPCO e per spingere le persone all’abbandono dell’abitudine tabagica.

 

Fonte: http://www.thelancet.com/journals/lanres/article/PIIS2213-2600%2815%2900283-0/abstract


Ufficio Stampa AIPO