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Presentazioni

In questo numero
In this issue
Mirco Lusuardi
... primo del 2014 troviamo in apertura un Commentario di Franco Salvati e Katia Ferrari sul follow up dei pazienti con Non Small Cell Lung Cancer (NSCLC). La complessità delle modalità e delle indicazioni per il follow up di questi pazienti fornisce l’opportunità agli pneumooncologi di farsi carico di un modello organizzativo di follow up anche per i “long survivors” del NSCLC. Come sostenuto dagli Autori, si tratta di un’esigenza che si rende necessario affrontare per vari motivi, tra cui la riduzione del tasso di mortalità, l’incremento delle possibilità terapeutiche, il progressivo consolidarsi della terapia di mantenimento, i recenti rilievi circa la probabilità di sopravvivenza per altri 5 anni dal momento della diagnosi valutata a un anno e ai 5 anni successivi al primo anno. Con queste premesse si rende necessario riproporre il follow up in una prospettiva più ampia, prevedendo la collaborazione integrata di più figure professionali e incentrando il follow up sulla qualità di vita e sul coinvolgimento del paziente nelle decisioni opzionali. E’ comunque fondamentale identificare alcuni sottogruppi di pazienti che più di altri possano trarre beneficio da un follow-up intensivo o semi-intensivo.
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Commentario

Problematiche insolute e nuove prospettive per il follow-up dei pazienti con NSCLC
Unsolved issues and new perspectives for the follow-up of patients with lung cancer
Franco Salvati, Katia Ferrari
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Documento

La refertazione dei test di funzionalità respiratoria: verso un linguaggio comune
The report of lung function tests: towards a common language

A cura del Gruppo di Studio "Fisiopatologia Respiratoria ed Esercizio Fisico" dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO)
Isa Cerveri, Massimiliano Beccaria, Claudio Bruschi, Fausto De Michele, Riccardo Drigo, Alberto Durigato, Antonio Foresi, Riccardo Pistelli, Guido Polese, Andrea Rossi
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Articoli di revisione

Polmonite organizzativa criptogenetica: l’essenziale da sapere
Cryptogenic organizing pneumonia: what you must know
Maria Rosa Mirenda, Dania Mazzola, Alberto Cavazza, Roberto Cassandro, Sergio Harari
Abstract. La polmonite organizzativa (OP) è uno dei principali pattern di risposta del polmone a danni di varia natura (OP reaction-pattern) che si sviluppa negli alveoli e nei bronchioli distali. Può essere secondaria a cause note e condizioni cliniche particolari o idiopatica e in tal caso è definita polmonite organizzativa criptogenetica (cryptogenic organizing pneumonia, COP) e viene classificata tra le polmoniti interstiziali idiopatiche secondo la classificazione ATS/ERS del 2002. Le ragioni di questa scelta classificativa vanno ricercate nella natura idiopatica e nelle caratteristiche cliniche, fisiopatologiche e radiologiche della malattia, assimilabili a quelle delle altre polmoniti interstiziali.
Poiché la componente bronchiolare può anche mancare, si tende a sostituire oggi l’acronimo BOOP (Bronchiolitis Obliterans Organizing Pneumonia) con quello di OP.

Clinicamente e radiologicamente la malattia può mimare una polmonite batterica.
L’aspetto radiologico tipico è rappresentato da addensamenti parenchimali bilaterali, periferici, con broncogramma aereo, spesso associati ad aree di vetro smerigliato. Le opacità parenchimali possono avere carattere migrante o regredire spontaneamente.
Esistono poi manifestazioni radiologiche atipiche meno frequenti.
Da un punto vista anatomo-patologico il pattern OP è caratterizzato da gettoni endoalveolari ed endobronchiolari di tessuto mixoide lasso.
La prognosi è eccellente e la maggior parte dei pazienti risponde rapidamente alla terapia corticosteroidea. In rari casi la malattia può presentarsi con un quadro di insufficienza respiratoria rapidamente progressiva.
Le recidive di malattia sono frequenti.
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Aerosolterapia antimicrobica: evidenze attuali e prospettive
Up-to-date on inhaled antibiotic therapy: current evidence and perspectives
Andrea S. Melani
Abstract. La infezione bronchiale cronica da Pseudomonas aeruginosa (BIPa) è determinante nel circolo vizioso che conduce all’insufficienza respiratoria i soggetti con fibrosi cistica (FC) e altre malattie respiratorie croniche, come alcuni casi di BPCO, bronchiectasie non da FC e portatori di tracheostomia. È sempre più sentita la necessità di trattamenti antimicrobici sicuri ed efficaci per la terapia delle BIPa. Antibiotici per aerosol sono usati da oltre 30 anni per trattare infezioni broncopolmonari gravi di difficile gestione, ma recentemente il razionale per alcuni di questi utilizzi ha ricevuto evidenza scientifica. Tobramicina, aztreonam e colistimetato sono efficaci, sicuri e già approvati per uso aerosolico in FC con BIPa, ma probabilmente riceveranno indicazione anche per altre malattie broncopolmonari con BIPa da soli o in associazione ad altri antimicrobici erogati per os o endovena. Nel frattempo si rendono disponibili sempre nuove e, potenzialmente, più efficaci e comode formulazioni di antibiotici per uso inalatorio ed erogatori per aerosolizzarli. Concludiamo che antimicrobici per aerosol rappresentano un trattamento di riferimento nella terapia di FC con BIPa e probabilmente saranno sempre più usati anche per gestire infezioni broncopolmonari sostenute da germi multiresistenti in patologie respiratorie diverse da FC. L’implementazione di una efficace terapia aerosolica di antimicrobici nella vita reale costituirà una sfida importante per lo pneumologo, perché richiede una procedura di preparazione ed esecuzione precisa e standardizzata, mentre sinora dopo la prescrizione dei farmaci è stata posta poca attenzione al modo con cui viene eseguito il trattamento.
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Serie - "La Medicina Interna vista dallo Pneumologo" a cura di Gian Luca Casoni

Le sindromi paraneoplastiche neurologiche nel tumore polmonare
Paraneoplastic neurological syndromes in lung cancer
Alessandro Marchioni, Eleonora Casalini, Riccardo Fantini, Mario Bavieri
Abstract. Le sindromi paraneoplastiche neurologiche sono un insieme eterogeneo di patologie del sistema nervoso, non secondarie alla presenza di metastasi o all’effetto locale del tumore. Il meccanismo patogenetico è di natura autoimmunitaria anche se non ancora completamente compreso. Nel tumore polmonare il tipo istologico più comunemente coinvolto è il carcinoma polmonare a piccole cellule. Il riscontro nel siero e nel liquor del paziente di autoanticorpi, detti anticorpi onconeurali, può avere un ruolo importante nella diagnosi di queste sindromi paraneoplastiche. La presentazione clinica è eterogenea e può coinvolgere sia il sistema nervoso centrale che periferico, oltre che il sistema nervoso autonomo, determinando differenti sindromi cliniche a seconda della sede neurologica coinvolta.
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Serie - "Nursing in Pneumologia" a cura di Luca Bianchi, Annalisa Carlucci e Andrea Zanini

Disturbi respiratori del sonno: aspetti organizzativi in un reparto di riabilitazione respiratoria
Breathing sleep disorders: organization in a respiratory rehabilitative division
Mara Paneroni, Roberto Porta, Deborah Trainini, Carla Simonelli, Manuela Saleri, Michele Vitacca
Abstract. La Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno e, più in generale, i Disturbi Respiratori del Sonno, a causa dell’importante morbilità e dell’aumento di mortalità a cui sono associati, costituiscono un problema di salute pubblica con importanti ricadute sociali.
Le fasi principali della presa in carico del paziente sono quella diagnostica, di follow-up e di titolazione e di adattamento della Continuous Positive Airway Pressure (CPAP) o della Ventilazione Meccanica Non Invasiva (VMNI). Nell’articolo vengono proposti i principali modelli organizzativi presenti in letteratura e viene descritto un modello innovativo di presa in carico multidisciplinare in una U.O. di Pneumologia riabilitativa italiana dove si evidenzia un ruolo importante affidato al Fisioterapista respiratorio.
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Articolo originale

Protesi orale nella terapia delle apnee ostruttive: un’esperienza personale
Oral appliance in obstructive sleep apnea: a personal experience
Stefania Bertini, Teresa Renda, Giuseppe Villella, Annike Augustynen, Gianni Misuri, Tommaso Benedetti, Raffaele Mandarano, Roberto Branchi, Antonio Corrado
Abstract. L’applicazione di una pressione positiva continua alle vie aeree (Continuous Positive Airway Pressure: CPAP) è il trattamento d’elezione della sindrome delle apnee ostruttive indotte dal sonno (OSA), ma talvolta non è tollerata dal paziente. La protesi di protrusione mandibolare (mandibular advancement device: MAD) è un possibile approccio terapeutico alternativo alla CPAP per il trattamento dell’OSA. Scopo dello studio. Valutare l’efficacia e la compliance nel tempo di una MAD personalizzata nei pazienti con OSA di grado moderato-grave. Metodo. I pazienti con OSA non tolleranti la CPAP, con riduzione dei diametri anatomici a livello oro-faringeo nei quali non era possibile intervenire chirurgicamente sono stati sottoposti a trattamento con una MAD personalizzata.
Risultati. Nel periodo intercorso fra il 1 febbraio 2006 e il 31 dicembre 2006, 243 soggetti sono stati sottoposti a monitoraggio cardio-respiratorio per sospetta OSA. Di questi 34,6% presentavano un indice di apnea (AHI) < 10, 26,7% fra 10 e 30 e 38,7% > 30. Centoquattro pazienti sono stati trattati con CPAP ma 15 (14,4%) non la tolleravano; di questi 7 sono stati sottoposti a procedure chirurgiche e 8 trattati con MAD personalizzate. L’utilizzo della MAD risultava in una riduzione della sonnolenza diurna e dell’AHI con miglioramento della SaO2 e del nadir di SaO2 simile alla CPAP. Tali risultati rimanevano invariati nei follow-up a 3,12 e 36 mesi. L’aderenza al trattamento con la MAD era elevata nei primi 12 mesi ma notevolmente ridotta a 36 mesi.
Conclusione. Le protesi di protrusione mandibolare possono essere considerate uno strumento alternativo alla CPAP in pazienti con OSA moderata-grave. L’aderenza al trattamento sembra essere legata a un frequente follow-up di controllo del paziente.

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Immagini in Pneumologia Interventistica

Un caso clinico di mesotelioma pleurico maligno ad aspetto deciduoide
Malignant deciduoid pleural mesothelioma: a case report
Lilia Ferrari, Stefano Vignali, Pier Anselmo Mori, Alberto Melioli, Letizia Gnetti, Enrico Maria Silini, Angelo Gianni Casalini
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Medical Humanities e Pneumologia

Paul Thagard e la complessità del modello conoscitivo in Medicina
Paul Thagard and the complexity of the cognitive model in Medicine
Federico E. Perozziello
Abstract. Paul Thagard è un filosofo della scienza e psicologo canadese che si è interessato alle metodologia della conoscenza scientifica, elaborando alcune suggestive interpretazioni intorno ai processi della ricerca ed a quelli decisionali. Si è occupato con particolare rilievo anche della medicina e di come vengono elaborate le teorie alla base delle scoperte mediche.
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Recensione

Asma, Rinite e BPCO: gestione clinica del paziente dal fenotipo alla terapia
Gennaro D’Amato
Recensione a cura di Floriano Bonifazi
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