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Il presente articolo propone uno studio randomizzato controllato internazionale che confronta, in soggetti affetti da BPCO, i risultati di percorsi riabilitativi prolungati erogati con metodica di teleriabilitazione, mediante esercizi autosomministrati non monitorati e in assenza di intervento rispetto ad alcuni outcome, in particolare: su re-ospedalizzazioni, qualità della vita e test funzionali. Sono stati arruolati 120 pazienti affetti da BPCO con almeno un ricovero per riacutizzazione nei 12 mesi precedenti e che non hanno già eseguito programmi riabilitativi nei 6 mesi precedenti. I pazienti sono stai seguiti per 2 anni e randomizzati in 3 gruppi. Primo gruppo: Teleriabilitazione. Il programma prevedeva sia esercizi con il treadmill, che esercizi di forza, con programmi personalizzati che potevano essere di continuous training o interval training, con una durata di 30 minuti a seduta mediamente 3-5 volte alla settimana. L’equipaggiamento fornito a domicilio consisteva in un treadmill, un saturimetro, un tablet e un computer. Le sedute in teleriabilitazione erano eseguite con un fisioterapista con la seguente modalità: 8 settimane intensive in cui ogni seduta era supervisionata e la seduta riabilitativa modulata sulla risposta del paziente e a seguire un programma di mantenimento con una seduta mensile. Il paziente poteva però contattare il fisioterapista in caso di necessità. Secondo gruppo: Esercizi autosomministrati non monitorati. Il programma riabilitativo e la modalità di esercizi erano analoghi a quello del primo gruppo, solo che non prevedevano interventi in remoto di teleriabilitazione. Ogni soggetto arruolato riceveva la strumentazione come nel primo gruppo, un programma di esercizio individualizzato, istruzioni su come comportarsi durante le sedute di esercizio, oltre a un diario giornaliero da compilare con i parametri vitali da riportare. Infine un terzo gruppo: controllo, che non riceveva nessun tipo di intervento specifico ma terapia tradizionale. Tutti i soggetti arruolati eseguivano una valutazione a 6 mesi, 1 anno e 2 anni, con esecuzione di PFR, test del cammino dei 6 minuti, rilevazione della MRC, del CAT, questionari EuroQol5 e questionari su ansia e depressione (1). È stato riscontrato un rischio superiore di circa il 70% di essere re-ospedalizzati, nei soggetti di controllo rispetto agli altri due gruppi, mentre non ci sono state differenze tra chi ha eseguito programmi in teleriabilitazione o autosomministrati, infine chi ha eseguito programmi di riabilitazione ha presentato un incremento clinicamente significativo di tolleranza all’esercizio rispetto ai controlli.

I dati di questo studio permettono di fare alcune considerazioni importanti:

  • Gli interventi proposti non costituiscono un intervento riabilitativo complesso e completo, ma più che altro possono essere inquadrati come programmi di mantenimento. È molto importante il messaggio clinico che questa tipologia di programmi, indipendentemente dalla modalità di erogazione, risultano in grado di ridurre le re-ospedalizzazioni in pazienti affetti da BPCO. È abbastanza consolidato che i risultati ottenuti con un programma riabilitativo risultano vani dopo un periodo di 6-12 mesi (2), se non adeguatamente supportati da interventi di mantenimento. Tuttavia quali siano i programmi migliori e quale sia la modalità di supervisione su questo tipo di intervento non sono ancora chiari (3). Studi come questo proposto presentano modelli a intensità differente e con differente sostenibilità, ma con importanti risultati finali.
  • Lo studio mostra risultati sovrapponibili sul gruppo di pazienti sottoposti a teleriabilitazione, rispetto all’intervento riabilitativo autosomministrato. Gli autori definiscono alcune caratteristiche di quei soggetti che possono invece rispondere meglio a un programma di teleriabilitazione con supporto del fisioterapista in remoto, nei soggetti che sono più instabili per condizioni legate a severità della malattia, ansia, depressione, povero substrato sociale e ambientale o scarsa motivazione. In altri soggetti invece l’assenza di monitoraggio in remoto ha costituito un fattore favorevole rendendo l’intervento riabilitativo più libero, automotivante e meno vincolato.
  • Infine, questo studio non fornisce alcuna informazione di confronto con queste metodiche proposte e i metodi tradizionali di erogazione dei percorsi riabilitativi presso centri di riferimento, che non risultano quindi un’alternativa presa in considerazione.

Bibliografia

  1. EuroQol Group. EuroQol—a new facility for the measurement of health-related quality of life. Health Policy 1990;16:199-208.
  2. Guell MR, Cejudo P, Ortega F, et al. Benefits of long-term pulmonary rehabilitation maintenance program in patients with severe chronic obstructive pulmonary disease. Three-year follow-up. Am J Respir Crit Care Med 2017;195:622-9.
  3. Holland AE, Cox NS. Give a little or give a lot?: The question of long-term maintenance after pulmonary rehabilitation. Chest 2021;159:893-4.