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Il tumore del polmone rappresenta una delle principali cause di morte nel mondo e la prima causa tra i tumori, sia nell’uomo che nella donna (1). A tutt’oggi, la resezione chirurgica, da sola o combinata con la radio- e/o la chemioterapia, è la sola opzione terapeutica potenzialmente curativa. L’intervento chirurgico però spesso è accompagnato da complicazioni postoperatorie anche rilevanti nonché dal prolungarsi della degenza ospedaliera, specie se si tiene conto della compromissione funzionale di questi pazienti, causata non solo dalla malattia neoplastica ma anche dalla frequente coesistenza della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO). Tutto ciò ha riflessi negativi sulla qualità della vita e sul recupero funzionale. E’ ben noto infatti che la capacità all’esercizio rilevata prima dell’intervento è inversamente correlata alle complicanze postoperatorie (2). Sulla base di quanto sopra, appare evidente che strategie volte al miglioramento della capacità funzionale prima dell’intervento potrebbe avere un potenziale effetto benefico sugli outcome del paziente e sulla spesa sanitaria. Per tale motivo in letteratura sono apparsi negli ultimi anni diversi articoli nei quali veniva investigata la efficacia di una riabilitazione preoperatoria nel migliorare gli outcome postoperatori (3).
Del tutto recentemente è stato pubblicata una revisione sistematica con metanalisi, di Steffens e collaboratori, che aveva lo scopo di investigare l’efficacia di programmi di riabilitazione preoperatoria sulle complicanze postoperatorie, sulla lunghezza della degenza e sulla qualità della vita, in pazienti sottoposti a intervento chirurgico per vari tipi di tumore, tra i quali anche quello del polmone. La ricerca è stata condotta tramite i motori di ricerca MEDLINE, Embase e PEDro. Per essere considerati eleggibili gli studi dovevano essere randomizzati e controllati (RCTs) o quasi-randomizzati e controllati (qRCTs). Gli studi inclusi erano 17 per un totale di 806 pazienti. I tumori presi in considerazione erano il colon retto, le metastasi epatiche da tumore colon rettale, il cancro esofageo, quello della cavità orale, della prostata e del polmone. Quest’ultimo era oggetto di 6 studi, per un totale di 432 pazienti inclusi. Cinque di questi studi (332 pazienti) venivano inclusi nella metanalisi. Le complicanze prese in considerazione sono quelle cardiache (insorgenza di gravi aritmie) e soprattutto polmonari (polmoniti, atelettasie, embolia polmonare, necessità di ventilazione meccanica, permanenza del tubo di drenaggio per più di 7 giorni). Gli esercizi considerati erano quelli di tipo aerobico e l’allenamento specifico dei muscoli respiratori; le sessioni erano almeno trisettimanali, svolte per una-due settimane prima dell’intervento. I risultati sono a favore della riabilitazione preoperatoria versus controllo nel ridurre le complicazioni cardiopolmonari postoperatorie, con evidenza di qualità moderata. In particolare veniva dimezzato il rischio relativo di avere complicanze ed accorciata di 2,86 giorni la degenza ospedaliera post intervento. I risultati, pur essendo significativi, erano di minore impatto rispetto a quelli di tre precedenti metanalisi (3-5), che riportavano una riduzione delle complicanze postoperatorie che oscillava tra il 45 ed il 67%, ed una riduzione della degenza in ospedale che variava tra i quattro ed i cinque giorni. Questi risultati erano però probabilmente sovrastimati, data la inclusione nelle review di studi non randomizzati, (anche case report e serie di casi) e riguardanti anche interventi per patologie diverse dal tumore. Le conclusioni della review sottolineano la necessità di introdurre nel programma di gestione globale del tumore del polmone anche un ciclo di riabilitazione polmonare, vista la evidenza del beneficio dell’esercizio preoperatorio sugli outcome postoperatori; lo stesso risultato non è stato evidenziato d’altro canto sulla chirurgia per gli altri tipi di tumore considerati.
Non possiamo che concordare con queste conclusioni, basate su dati incontrovertibili: purtroppo, forse anche per un deficit culturale questo non avviene quasi mai. Vi è d’altra parte da dire che qui in Italia la situazione è ancora peggiore, visto che in molte regioni l’avvio di un paziente ad una struttura riabilitativa necessita del cosiddetto evento indice, per cui non consente il trattamento che potremmo definire con finalità “preventive”.
 

Bibliografia

  1. World Cancer Research Fund International. https://www.wcrf.org/dietandcancer/cancer-trends/worldwide-cancer-data (accessed 05 Nov 2017).
  2. A, Brunelli A, Charloux A, Bolliger CT, et al. The European Respiratory Society and European Society of Thoracic Surgeons clinical guidelines for evaluating fitness for radical treatment (surgery and chemoradiotherapy) in patients with lung cancer. Eur J Cardiothorac Surg 2009;36:181-4.
  3. Sebio Garcia R, Yáñez Brage MI, Giménez Moolhuyzen E, et al. Functional and postoperative outcomes after preoperative exercise training in patients with lung cancer: a systematic review and meta-analysis. Interact Cardiovasc Thorac Surg 2016;23:486-97.
  4. Valkenet K, van de Port IG, Dronkers JJ, et al. The effects of preoperative exercise therapy on postoperative outcome: a systematic review. Clin Rehabil 2011;25:99-111.
  5. Cavalheri V, Granger C. Preoperative exercise training for patients with non-small cell lung cancer. Cochrane Database Syst Rev 2017;6:CD012020.