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La criobiopsia (BLC brochoscopic lung cryobiopsy) si sta affermando come metodica di prelievo endoscopico nelle pneumopatie parenchimali diffuse, ponendosi in alternativa più alla biopsia polmonare in VATS che non alla classica biopsia trans bronchiale.
Questo lavoro, di alcuni dei maggiori esperti al mondo in materia, fa il punto sull’influenza che la metodica determina nelle decisioni del gruppo multidisciplinare.
Il presupposto è che la criobiopsia possa sostituire la biopsia chirurgica. Le tre osservazioni sulle quali si basa questa ipotesi sono: 1) la procedura permette di ottenere biopsie ampie e ben conservate, 2) in circa la metà dei casi il patologo è in grado di individuare un pattern UIP con alta confidenza, 3) la criobiopsia è piuttosto sicura e ben tollerata dal paziente.
Sono state confrontate due popolazioni di pazienti con ILD (interstitial lung disease) fibrotica ma senza un tipico pattern UIP (usual interstitial pneumonia) alla HRCT (high resolution computer tomography), una sottoposta a BLC e l’altra a SLB (surgical lung biopsy), rispettivamente con 58 e 59 pazienti.
Le varie fasi dello studio sono state suddivise in steps successivi dove ad ogni step veniva chiesto ai vari componenti del gruppo, che subentravano in momenti diversi, di definire le loro impressioni ed il loro livello di confidenza sull’aspetto che loro competeva e che poi poteva modificarsi alla luce della discussione multidisciplinare.
Ovviamente il maggior cambiamento nel livello di confidenza avveniva con l’aggiunta delle informazioni istologiche, sia nel caso della BLC che in quello della SLB.
L’orientamento diagnostico iniziale si modificava in circa un quarto dei casi, la maggior parte dei quali (73%) venivano riclassificati come IPF.
In questo lavoro si evidenzia come, quando viene espresso un dubbio riguardo alla diagnosi di IPF sulla base dei dati clinici e radiologici da soli, la criobiopsia aumenti il livello di confidenza nella maggior parte dei casi.
L’analisi indipendente dei patologi evidenziava che la BLC da informazioni importanti nella maggior parte dei casi ed in questo è paragonabile alla SLB, anche se nei prelievi ottenuti con BLC le diagnosi high confidence erano minori rispetto a quelle ottenute con SLB (85 vs 52%).
Un dato da considerare è come la concordanza tra patologi è altamente influenzata dalla learning curve e come in patologi esperti nella BLC questa differenza si riduca molto.
Questo è il primo studio che confronta la sicurezza della BLC con quella della SLB. L’incidenza di pneumotorace nella BLC è piuttosto elevata (33% di cui il 25% con inserzione di tubo di drenaggio) e pertanto questo è un dato da valutare prima di introdurre la criobiopsia nella pratica clinica. In generale comunque la BLC richiede una minore ospedalizzazione rispetto alla SLB, mentre la mortalità non può essere valutata a causa dei numeri piuttosto ridotti.
Il lavoro, dunque, evidenzia come la BLC aumenti in modo significativo l’orientamento diagnostico e il grado di confidenza di clinici esperti nell’ambito di un gruppo multidisciplinare.
E’ pertanto verosimile che la BLC possa modificare l’approccio diagnostico corrente nelle malattie interstiziali diffuse ed in particolare nell’IPF.

Bibliografia
1.    Casoni GI, Tomassetti S, Cavazza A, et al. Transbronchial lung cryobiopsy in the diagnosis of fibrotic interstitial lung disease. PLoS One 2014;9:e86716.
2.    Pajarares V, Puzo C, Castillo D, et al. Diagnostic yield of transbronchial cryobiopsy in interstitial lung disease: A randomized trial. Respirology 2014; 19:900-6.