Usando questo sito si accetta l'utilizzo dei cookie per analisi, contenuti personalizzati e annunci.

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.?subject=Protocollo per il controllo della Tubercolosi in Italia">

Autori: Gruppo di Studio A.I.P.O. "Tubercolosi", G.B. Migliori, G. Di Pisa, V. Capecchi, B. Faravelli

Rif. biblio.: Anno 1995

Presentazione:
La Tubercolosi ancora oggi è una delle malattie infettive più diffuse in Italia, ma è certamente la più diffusa nel mondo; si calcola che un terzo della popolazione mondiale sia infetta dal M. tuberculosis e si prevedono, in assenza di interventi efficaci, più di trenta milioni di decessi entro questo decennio.
Negli ultimi anni, però, nei paesi industrializzati, nei quali la tubercolosi è malattia a bassa prevalenza, soprattutto in Italia, si è diffuso un ottimismo ingiustificato, che ha portato a sottovalutare il fenomeno (nelle dimensioni generali e nei riflessi locali), a dirottare i finanziamenti specifici ed a smobilitare le strutture di controllo della malattia e dell'organizzazione preposta a conoscerne l'epidemiologia. Le conseguenze umane, sociali ed economiche di questo atteggiamento sono logicamente di enorme portata, meritevoli di attento studio finalizzato ad azioni mirate ed incisive per una esatta stima del fenomeno tubercolosi, per un migliore insegnamento delle conoscenze della malattia, per un controllo efficiente della sua diffusione.
In Italia è stato grande merito dell'A.I.P.O. e del suo Gruppo di Studio "Tubercolosi" aver riportato l'attenzione degli Specialisti, dei Medici e dell'Autorità Sanitaria su un problema sottovalutato per l'indifferenza del mondo medico e dell'opione pubblica. In pochi anni il Gruppo di Studio "Tubercolosi" A.I.P.O. ha raccolto e mobilitato numerosi pneumologi ospedalieri, distribuiti su tutto il territorio nazionale e, sotto la responsabilità del Dott. Bruno Faravelli, il coordinamento di Vittorio Capecchi e Giovanni Di Pisa e la spinta di alcuni centri particolarmente attivi in Lombardia, in Emilia ed in Piemonte, ha svolto una intensa attività scientifica e politico-sanitaria con successi immediati sia a livello nazionale che regionale.
In collegamento con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.), con l'Unione Internazionale contro la Tubercolosi e le Malattie Respiratorie (I.U.A.T.L.D.), con la Federazione Italiana contro la Tubercolosi e le Malattie Polmonari Sociali e con l'Istituto Superiore di Sanità, il Gruppo di Studio ha organizzato dal 1992 al 1994 tre Consensus Conferences sul controllo, sulla diagnosi e sulla terapia della tubercolosi, pubblicando gli Atti e le linee guida sulla "Rassegna di Patologia dell'Apparato Respiratorio", organo ufficiale dell'A.I.P.O.
Oltre a questa massiccia azione culturale e divulgativa,l'A.I.P.O., sia attraverso il Gruppo di Studio che attraverso le Sezioni Regionali, ha svolto un'intensa azione per costituire in ogni Regione, presso gli Assessorati alla Sanità, Commissioni delegate a formulare protocolli regionali per il controllo della TB in Italia, finalizzato all'omogeneizzazione dei comportamenti e delle decisioni sul territorio nazionale.
A chiudere questo ciclo di attività il Gruppo di Studio "Tubercolosi" A.I.P.O. riunisce in un unico volume la sintesi delle tre "Consensus Conferences", permettendo agli specialisti, ai Medici, agli studenti di Medicina ed anche al mondo politico ed amministrativo sanitario, di avere un documento completo sulle problematiche attuali della tubercolosi, in piena sintonia con le direttive emanate dalle competenti Organizzazioni Mondiali ed Europee.
Il volume, composto di sette sezioni (premesse epidemiologiche; sorveglianza; prevenzione; case finding e case holding; trattamento; argomenti particolari - gruppi a rischio, organizzazione dei laboratori e proposte per la formazione professionale -; impatto della proposta A.I.P.O.), riprende i punti principali senza esaurire la trattazione originale degli argomenti, cui si rimanda per eventuali approfondimenti. E' doveroso ricordare che gli autori e i singoli capitoli originali del protocollo sono sempre identificabili dall'ultima voce bibliografica del volume.
Si tratta di un'opera preziosa e di facile consultazione che chiude il primo ciclo di lavoro del Gruppo ma che non ne conclude l'attività. L'esperienza del periodo trascorso costituirà la base per nuove azioni volte a creare nuove conoscenze e soprattutto trasferirle sul piano pratico per una assistenza sempre più efficiente.
Mario De Palma