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I pazienti con malattie respiratorie saranno prioritariamente vaccinati contro il COVID-19

Le malattie respiratorie sono state identificate come la prima categoria di aumentato rischio clinico e quindi di priorità per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19.
Sono state recentemente pubblicate le “Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19” a cura del Ministero della Salute, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Istituto Superiore di Sanità, Agenas e AIFA.

Le Società Scientifiche Pneumologiche raccomandano quindi ai propri Soci e a tutti i Colleghi Pneumologi la massima diffusione di una corretta informazione su questo cruciale argomento.

In questo documento viene stabilito l’ordine di priorità delle persone da vaccinare, con particolare rilievo a considerazioni di carattere sanitario, definito sulla base del criterio del maggior rischio di letalità correlato al COVID-19. I parametri presi in considerazione a tal fine, sulla base delle analisi condotte dagli studi scientifici a disposizione, sono l’età e la presenza di condizioni patologiche che rappresentano le variabili principali di correlazione con la mortalità per COVID-19.

In particolare, la prima categoria in ordine di priorità della seconda fase di vaccinazione sarà quella delle persone estremamente vulnerabili. In questa categoria, i pazienti a più alta priorità nell’area delle patologie respiratorie sono quelli affetti da fibrosi polmonare idiopatica e da altre patologie che necessitino di ossigenoterapia. Tale indicazione è stata identificata, insieme al Consiglio Superiore di Sanità, sulla base di tre elementi: la relativa ridotta numerosità di questa popolazione di pazienti, l’età media comunque generalmente alta e il documentato aumentato rischio di mortalità in caso di infezione con virus SARS-CoV-2.

In questo momento cruciale di lotta alla pandemia è necessaria la collaborazione di tutti al fine di garantire una corretta e autorevole informazione scientifica a tutela della salute dei nostri pazienti.

Ufficio Stampa AIPO