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L'asma grave non incide sul decorso dell'infezione. A dirlo un'indagine del Registro Asma Grave


L’asma grave sembra non avere alcun impatto sull’evoluzione dell’infezione in pazienti che hanno contratto il COVID-19.

A dirlo un’indagine promossa dall’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri – Italian Thoracic Society (AIPO-ITS) unitamente all’Associazione Allergologi e Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri (AAIITO) e inviato alla rivista Allergy.

Leggi l'articolo: Severe Asthma in adults does not significantly affect the outcome of COVID-19 disease: results from the Italian Severe Asthma Registry

Nel corso della pandemia causata dal diffondersi del SARS-CoV-2 è nato un vivace dibattito circa l’impatto dell’asma grave e dei farmaci usati per il suo trattamento sul decorso dell’infezione.

Secondo i dati relativi agli accessi in ospedale e ai ricoveri, l’asma grave sembra giocare un ruolo nettamente inferiore rispetto ad altre condizioni patologiche come l’ipertensione e l’obesità.
Per poter disporre di maggiori informazioni circa questo tema, è stato somministrato un questionario a tutti i centri ospedalieri afferenti al Registro Asma Grave/Italian Registry on Severe Asthma (RAG/IRSA) distribuiti sul territorio italiano. Dei 78 centri appartenenti al network, 41 hanno risposto partecipando all’indagine.

Dei 558 soggetti coinvolti nella survey, 7 avevano contratto il COVID-19 e di questi 5 sono stati trattati presso il proprio domicilio e 2 sono stati ricoverati. Non è stato segnalato nessun decesso così come non sono stati registrati ricoveri in unità di terapia intensiva.

Obiettivo del questionario, inviato fra il 24 febbraio e il 28 maggio 2020, periodo di picco della pandemia in Italia, è stato quello di definire la numerosità e le caratteristiche cliniche di pazienti con asma grave che hanno contratto l’infezione da coronavirus. I 7 pazienti considerati avevano un’età media di 54,5 anni e risiedevano tutti nel Nord Italia. Presentavano una o più comorbilità ed erano stati trattati con alte dosi di corticosteroidi orali (ICS), agonisti beta2 a lunga durata d’azione (LABA) e farmaci biologici.

Il tasso di ospedalizzazione dei pazienti con asma grave che hanno contratto l’infezione non era significativamente diverso rispetto a quello riscontrato nella popolazione generale. Non è stata inoltre osservata maggiore incidenza dell’infezione fra i soggetti trattati con un’associazione di cortisonici, LABA e farmaci biologici rispetto a quelli in cura con la sola associazione cortisonici e LABA.

Allo stesso modo non è stato rilevato alcun aumentato rischio di contrarre l’infezione in pazienti trattati con farmaci biologici rispetto a quelli trattati con la sola associazione. Inoltre, da un confronto fra la durata media mensile dei ricoveri registrati nel 2019 e quelli del 2020 per questa tipologia di pazienti, non sono state osservate differenze significative.

In definitiva, i dati emersi dall’indagine dimostrano che l’asma grave, in pazienti affetti da COVID-19, non ha alcun effetto sul decorso dell’infezione e, di conseguenza, sui tassi di ospedalizzazione a essa correlati. Anche il trattamento con farmaci biologici non sembra avere alcun effetto sull’andamento della patologia.

Ufficio Stampa AIPO-ITS