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RAPPORTO ANNUALE SUL FUMO 2010

Pubblicato il Rapporto Annuale sul Fumo, che la Dr.ssa Paola Martucci - Responsabile del Gruppo di Studio AIPO “ Prevenzione, controllo del fumo di tabacco e ambiente” ha commentato per noi:

Le donne sono in crescita tra i consumatori di tabacco  e hanno raggiunto negli ultimi anni il 20%  di quel miliardo e due milioni di fumatori nel mondo . L’OMS ha lanciato un grido di allarme per il trend in salita dei casi di tumore polmonare nelle donne tanto che  per la giornata mondiale  senza tabacco del 31 maggio 2010  ha puntato ad una campagna tutta al femminile “ Gender and Tobacco with an Emphasis on Marketing to Women” attaccando le strategie di marketing delle multinazionali del tabacco, orientate sempre più verso i paesi emergenti e le fasce di età giovanili.
Un quadro analogo emerge dal ” Rapporto sul fumo in Italia 2010 ” basato su un’indagine Doxa svolta per conto dell’Istituto Superiore di Sanità con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e la LILT ( Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori). Dei cinquanta miliardi di sigarette fumate ogni anno nel nostro paese,  quasi la metà è fumata da donne. Rispetto a due anni fa le fumatrici sono cresciute di due punti percentuali : 19,7 % nel 2010 ( 5,2 milioni di donne) contro il 17,8 % nel 2008. Si assottiglia così il divario  tra i fumatori dei due sessi.che ha registrato proprio quest’anno il minimo storico ( 4.2%) con una modesta prevalenza femminile tra i 45 e 64 anni. Abitudine tabagica in lieve calo secondo l’indagine, ma non a tutte le età. Fuma il 21,7 % delle persone sopra i 15 anni ( circa 11 milioni di italiani), percentuale in calo rispetto allo scorso anno (25,4%). La fascia di età  dove si fuma di più è tra i 25 e i 44 anni. A contribuire alla discesa del consumo di sigarette sono più gli uomini ( - il 5% rispetto allo scorso anno) che le donne ( solo il 2,5% in meno).
Dall’indagine risulta che quasi tutte le intervistate non ritengono che la sigaretta  renda la donna più interessante e attraente . Ancora una più vistosa contraddizione è che le fumatrici ( alla pari delle non fumatrici) si considerano molto sensibili al problema dell’inquinamento dell’aria e dello smog. Mai abbassare la guardia nemmeno con i giovani fumatori (1.3 milioni tra i 15 e i  24  anni) con un’età media in cui si inizia a fumare (17 anni) registrata in costante diminuzione .
Sono sempre i problemi di salute (39.8%) e la maggiore consapevolezza dei rischi per la salute (32.5%) a primeggiare tra le motivazioni per smettere di fumare.
Fra gli attuali fumatori, il 27.1% ha fatto almeno un tentativo di smettere di fumare nell’anno precedente ma solo il 6.9%  ha chiesto l’aiuto del medico di famiglia per smettere di fumare. Questa mancata opportunità per il fumatore è in alcuni casi influenzata anche dall’opinione espressa dal 14% degli intervistati che ritiene che il proprio medico fumi e quindi sia non solo poco credibile nel consigliare di smettere ma anche poco propenso a discutere dell’argomento. Solo al 17.3% dei fumatori intervistati è capitato nel corso degli ultimi 12 mesi che il proprio medico suggerisse di smettere di fumare. Solo il 44,4% degli  intervistati afferma di conosce l’esistenza dei Centri Antifumo che all’ultimo censimento nel 2009 risultano essere 375 di cui 284 allocati in centri ospedalieri o ASL  con all’attivo 18.900 prestazioni nel 2009.

L’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) ha in questi anni intensificato l’attività scientifica e formativa con l’obiettivo di aumentare l’Enpowerment dello Pneumologo finalizzato al Trattamento del tabagismo come parte integrante delle attività professionali.
Il fumatore con patologia respiratoria deve considerare la sospensione dal fumo come una vera e propria terapia della patologia di base e lo pneumologo deve essere in grado di intervenire in modo efficace secondo EBM per promuovere la disassuefazione.
Con queste caratteristiche è stato sviluppato un percorso pluriennale che si prefigge di:
- approfondire e validare protocolli terapeutici e farmacologici sul fumo, attraverso un percorso formativo;
- analizzare le evidenze scientifiche disponibili in merito alla perdita di vita dell’individuo fumatore, attribuibile a specifici indicatori;
- verificare l’applicazione di programmi farmacologici di disassuefazione secondo uno schema terapeutico che rispetti il controllo degli indicatori scelti.


 La Redazione AIPONET

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