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Questa estate le ondate di calore saranno intense e prolungate. A dirlo l'Agenzia Europea per l'Ambiente

Cosa attenderci sotto il profilo climatico dall'estate 2023? Nella nota pubblicata dall'Agenzia Europea per l'ambiente (EEA) emerge il rischio conclamato di ondate di caldo più forti e più lunghe nel Sud Europa (quindi anche in Italia) e di inondazioni sempre più frequenti ed estreme nel Nord. Sono queste le prospettive per la prossima estate che emergono dal nuovo data-set pubblicato dalla Agenzia europea dell'ambiente. Nell' Europa meridionale, in particolare, potrebbero esserci più di 60 giorni durante i quali le condizioni meteo «sono pericolose per la salute umana».

L'agenzia parla in termini netti di cambiamento climatico e di meteo che, in Europa, sta diventando sempre più estremo. «Le prospettive generali sono pessimistiche, come abbiamo già visto durante l'inverno e la primavera scorsi. L'adattamento ai cambiamenti climatici e una migliore preparazione sono fondamentali», si legge nel dossier pubblicato oggi. Il sud dell' Europa, in particolare la penisola iberica (Portogallo e Spagna), «sperimenterà un marcato aumento del numero di giorni con un elevato pericolo di incendio», prosegue la nota. Come rimediare? Puntando sui piani di adattamento ai cambiamenti climatici, indica l’EEA, sia a livello nazionale sia localmente. Gli interventi spaziano dall’aumento di spazi verdi e blu, che nelle città possono attutire l’effetto «isola di calore», all’ammodernamento del sistema agricolo attraverso una revisione delle piantagioni e dei sistemi di irrigazione.

Un inverno eccezionalmente secco, inoltre, «non fa ben sperare» per la siccità nella maggior parte dell' Europa meridionale e occidentale. Gli eventi con forti precipitazioni aumenteranno nella maggior parte dell' Europa, portando a una maggiore incidenza di inondazioni, specialmente nell' Europa nord-occidentale e centrale. Le proiezioni a lungo termine indicano che Paesi del Sud Europa, fra cui anche l’Italia, diventeranno anche più secchi e aridi. La perdita economica legata alla siccità, ora, è stimata in 9 miliardi l’anno. Ma questa cifra è destinata a salire a 25 miliardi annui in caso di riscaldamento globale a 1,5 °C, a 31 miliardi a 2° C di riscaldamento e, addirittura, a 45 miliardi a 3 °C.

Infine, l'Agenzia Ue avverte sui rischi endemici ossia di una diffusione maggiore di insetti che veicolano malattie. Per quanto riguarda l’Europa occidentale, ad esempio, si teme un aumento sempre più consistente della popolazione di zanzare Tigre, che potrebbero diffondere la febbre dengue, e di zanzare Anopheles, che potrebbero far riemergere la malaria.

Ufficio Stampa AIPO-ITS