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Bisogni di salute nelle aree interne, fra desertificazione sanitaria e PNRR

Presentata a Roma il 19 gennaio scorso la mappa dei deserti sanitari in Italia, documento realizzato da Cittadinanzattiva, in associazione ad un'analisi puntuale delle azioni previste sul territorio nell'ambito della misura del PNRR Missione 6 Salute - componente C1: Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale.

Con il termine “desertificazione sanitaria” si intende l’assenza o rarefazione in rapporto a una popolazione residente di professionisti sanitari in alcune zone del Paese. Questo determina una concreta e crescente incapacità di questa popolazione di accedere in maniera tempestiva e adeguata ai servizi sanitari.

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L'iniziativa rientra nell'ambito del progetto europeo AHEAD “Action for Health and Equity: Addressing Medical Deserts”7 (finanziato da EU4Health, il quarto programma dell'Unione europea dedicato alla salute in vigore per il periodo 2021-2027) che ha l'obiettivo di approcciare il fenomeno dei cosiddetti "deserti sanitari" a livello europeo.

L’analisi curata da Cittadinanzattiva, che ha portato alla realizzazione di una mappa online, ha utilizzato dati ufficiali forniti dal Ministero della Salute relativi al 20209, riguardo alle seguenti figure sanitarie: pediatri di libera scelta, medici di medicina generale, ginecologi, cardiologi e farmacisti (questi ultimi tre ospedalieri) per ciascuna provincia italiana.

Di tutta evidenza le diseguaglianze territoriali, non necessariamente tra Nord e Sud, ma anche tra province della stessa regione: in tema di farmacisti ospedalieri la situazione in provincia di Reggio Emilia è rispettivamente 20 e 26 volte peggiore rispetto a chi vive nelle vicine province di Modena e Forlì-Cesena.

Parlando di ginecologi ospedalieri, la situazione in provincia di Caltanissetta è 17 volte peggiore rispetto a chi vive in provincia di Roma. Considerando invece i cardiologi ospedalieri, la situazione nella Provincia Autonoma di Bolzano è addirittura 71 volte peggiore rispetto a chi vive in provincia di Pisa.

Ufficio Stampa AIPO-ITS