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Presentato il 56esimo rapporto Censis. Una sanità senza medici e senza infermieri

E' stato presentato nei giorni scorsi il 56esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del nostro Paese che ci restituisce l'immagine di un Paese incerto e latente rispetto al proprio futuro.
Per quanto riguarda il capitolo sanità, dal 2008 al 2020 il rapporto medici/abitanti è diminuito da 19,1 a 17,3 ogni 10.000 residenti, e quello relativo agli infermieri da 46,9 a 44,4 ogni 10.000 residenti.

A partire dal 2020 si è registrata una inversione di tendenza nelle scelte di finanziamento pubblico della sanità. Mentre nel decennio precedente (dal 2010 al 2019) l’andamento del Fondo sanitario nazionale ha fatto registrare una sostanziale stabilità (con un incremento medio annuo dello 0,8%), passando da 105,6 a 113,8 miliardi di euro, a partire dal 2020 si è registrato un significativo incremento.
Nel 2020 si è passati a 120,6 miliardi di euro e nel periodo 2020-2022 il finanziamento pubblico ha fatto registrare un incremento medio annuo dell’1,6%. Ma l’incidenza del finanziamento del Sistema sanitario nazionale scenderà al 6,2% del Pil nel 2024 (era il 6,6% nel 2010) (tab. 15). Ma l’ambito destinato ad aggravarsi nell’immediato futuro è quello del personale sanitario. È evidente che, non solo l’attuazione degli obiettivi previsti nella Missione 6 del Pnrr, ma anche la stessa gestione attuale della sanità risultano fortemente problematiche alla luce della carenza di medici, di infermieri e di altro personale sanitario.

I dati su medici e infermieri del Ssn segnalano che, dal 2008 al 2020, il rapporto medici/abitanti è passato da 19,1 a 17,3 per 10.000 abitanti, mentre quello relativo agli infermieri da 46,9 a 44,4 per 10.000. Vero è che, per far fronte all’emergenza Covid, è stato necessario assumere personale sanitario. Secondo i dati del Ministero della Salute aggiornati a luglio 2121, si è trattato di 21.414 medici e di 31.990 infermieri, insieme a 29.766 assunzioni di altro personale sanitario.

Tuttavia, sono prevalenti le assunzioni temporanee, mentre quelle a tempo indeterminato riguardano una quota ridotta sia di medici (in tutto 1.350, pari al 6,3% delle assunzioni), sia di infermieri (8.757, cioè il 27,4%). 15 56° Rapporto Censis Peraltro, uno degli effetti del blocco delle assunzioni è stato il progressivo innalzamento dell’età media del personale del Ssn.

L’età media dei 103.092 medici del Ssn è di 51,3 anni, tra gli infermieri l’età media è di 47,3 anni. Si stima che, nel quinquennio 2022-2027, i pensionamenti tra i medici dipendenti del Ssn saranno 29.331 e 21.050 tra il personale infermieristico. Dei 41.707 medici di medicina generale, si prevede che tra il 2022 e il 2027 saranno 11.865 (2.373 per anno) ad andare in pensione. Nel complesso, si prevede al 2027 una uscita dal Ssn (medici dipendenti e Mmg) di 41.196 medici (8.239 l’anno). 

Per il Censis, il 91,1% degli italiani si dichiara pronto a cambiare il proprio stile di vita per una società più sostenibile, di cui il 41,0% è pronto ad attuare un cambio radicale delle proprie abitudini.

La mobilità, settore ad alto impatto sull’inquinamento atmosferico con ricadute negative anche per la salute delle persone, è un ambito in cui opinioni e comportamenti dei cittadini stanno evolvendo verso una maggiore sostenibilità. Il 64,5% dichiara di muoversi a piedi, evitando di utilizzare l’automobile o altri veicoli, quando la distanza tra il luogo di partenza e quello di arrivo lo consente.

E il 62,2% è favorevole alle domeniche in cui vige il divieto di circolazione per i mezzi più inquinanti. Nei consumi alimentari, per il 48,1% degli italiani impatto sulla salute e attenzione all’ambiente sono fattori che coesistono e orientano scelte e decisioni di acquisto.

La rinnovata centralità sociale della salute imposta dalla pandemia, spiega il Censis, accresce la volontà dei cittadini di giocare un ruolo attivo nei processi riguardanti la propria salute.

Il 66,9% degli italiani dichiara di informarsi in autonomia su web e social network su aspetti della sua salute, dai sintomi alle patologie, con valori più elevati tra le donne (70%), i giovani (77,1%) e i laureati (74,4%).

La soggettività matura, sottolinea ancora il Censis, si esprime anche nella richiesta di farmaci, servizi, prestazioni e soluzioni terapeutiche sempre più individualizzate: è molto o abbastanza importante per il 94,3% degli italiani avere una maggiore personalizzazione delle cure, per il 92,9% che i percorsi di cura, dal domicilio al territorio, fino agli ospedali, siano modulati sulle esigenze personali del paziente. In tale quadro, il 92,1% dichiara di avere molta o abbastanza fiducia nei medici e per l’83,9% devono essere al centro della sanità del futuro.

Pur nella straordinaria importanza attribuita alla sanità digitale, oltre l’80% degli italiani è convinto che il digitale non dovrà mai sostituirsi al rapporto umano con il medico.

Fonte: www.censis.it