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Rapporto SDO 2017 sui ricoveri ospedalieri. Il commento di Claudio Micheletto

Dal Rapporto sul numero di ricoveri ospedalieri, pubblicato dalla Direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute a marzo 2019 e relativo ai dati Sdo 2017, emerge una riduzione del volume di attività rispetto al 2016. In particolare, il numero complessivo di dimissioni per acuti, riabilitazione e lungodegenza e il corrispondente volume complessivo di giornate si riducono, entrambi, di circa il 2% rispetto al 2016.

Per quanto riguarda l'ambito delle malattie respiratorie, c'è un dato importante che non va trascurato.

“Dal rapporto SDO 2017 emerge un dato importante: nel 2017 la più frequente causa di ricovero negli ospedali italiani è stata l’insufficienza respiratoria” commenta Claudio Micheletto, Segretario dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO). “Fino ad oggi, la prima causa era lo scompenso cardiaco. Si tratta di un segnale importante che non può passare inosservato agli occhi dei decisori politici ai quali spetta l’organizzazione dei reparti di Pneumologia e la pianificazione dei posti letto sulla base di evidenze epidemiologiche importanti. I dati presentati nel Rapporto SDO 2017 sui Diagnosis Related Groups (DRG) relativi alle malattie respiratorie evidenziano come l’insufficienza respiratoria rappresenti la prima causa di ospedalizzazione. Insufficienza respiratoria può essere dovuta a malattie dell’apparato respiratorio oppure riconducibile a complicanze di patologie extra-polmonari ma che, in ogni caso, richiede l'ossigeno terapia, la ventiloterapia e necessariamente l’intervento dello specialista pneumologo. Una ulteriore verifica epidemiologica deriva dalle procedure, l'incubazione con ventilazione è la ventiduesima per numerosità. La Regione Veneto, da questo punto di vista, si è mostrata lungimirante con una pianificazione sanitaria che ha mantenuto inalterato il numero delle Pneumologie e ha aumentato i posti letto. Se l’insufficienza respiratoria è la prima causa di ricovero è chiaro che la presenza dello specialista pneumologo deve essere assicurata in maniera tale da rispondere alle esigenze dei pazienti” ha concluso Micheletto.

 Ufficio Stampa AIPO