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La Pneumologia Interventistica negli ultimi anni ha attraversato un importante processo evolutivo che l’ha portata ad assumere un ruolo sempre più fondamentale nell’iter diagnostico e nel trattamento di diverse patologie polmonari.
Diversi fattori hanno contribuito a questo processo, da un lato il crescente interesse degli Pneumologi verso l’endoscopia e dall’altro dallo sviluppo di nuove tecnologie. L’evoluzione delle tecnologie ha profondamente cambiato il ruolo dell’endoscopia respiratoria, l’EBUS (Endobronchial Ultrasound) (1) ne è sicuramente un esempio. La possibilità di vedere ecograficamente le struttura da campionare (linfonodi e/o lesione) ha migliorato la resa diagnostica rispetto alla TBNA (Transbronchial Needle Aspiration) alla cieca, ma non solo, ha permesso all’EBUS di assumere un ruolo fondamentale nella stadiazione del mediastino nella lesioni polmonari potenzialmente chirurgiche.
L’evoluzione delle tecnologie ha portato un crescente bisogno formativo dello Pneumologo che si approccia all’endoscopia; così da diversi anni esistono programmi di training che affiancano la parte teorica a quella pratica su simulatori e/o manichini. Questo approccio formativo aumenta la competence e le skill riducendo il rischio di complicanze sul paziente durante la fase di formazione. Ma cosa succede dopo la fase di training quando dalla simulazione si passa all’applicazione sul paziente? Questa è la domanda che si sono posti gli Autori di questo articolo pubblicato a gennaio 2019 sul volume 26 del Journal of Bronchology and Interventional Pulmonology.
Gli Autori hanno valutato le competenze e le capacità di 14 specialisti Pneumologi con esperienza in broncoscopia, nell’eseguire procedure di campionamento su noduli polmonari (PPN), mediante navigazione elettromagnetica (EMN) e agoaspirato polmonare transtoracico con navigazione elettromagnetica (TTNA-ENM) utilizzando il sistema Veran Medical Technologies prima su modelli di simulazione in cadavere seguiti da casi su pazienti (2, 3).
Gli Autori hanno utilizzato uno strumento di valutazione procedurale sviluppato da 4 esperti nelle procedure di navigazione, partendo dal modello Dreyfus sull’acquisizione delle competenze e da uno strumento di valutazione validato utilizzato nella chirurgia oftalmica.
Il questionario era composto da 2 sezioni separate, una per la broncoscopia EMN e una seconda per la TTNA-EMN. Ogni sezione presentava 4 step a cui corrispondevano più endpoint da raggiungere.
Raggiunti tutti endpoint veniva assegnato in cieco da ogni esaminatore un punteggio da 1 (richiesta di assistenza continua) a 4 (capace di eseguire la procedura senza assistenza) l’operatore era considerato abile alla procedura al raggiungimento di un punteggio minimo di 3 per ogni step.
Tutti gli specialisti dopo un corso teorico venivano valutati alla prima procedura su cadavere e continuavano il training fino al raggiungimento del punteggio minimo richiesto. Successivamente venivano valutati alla prima procedura su paziente presso il loro centro di riferimento.
Nessuno dei partecipanti dopo il corso teorico ha raggiunto il punteggio minimo richiesto, avvalorando il presupposto che la teoria non sia sufficiente a garantire l’acquisizione di un abilità. Diversamente dopo il continuo training su cadavere tutti gli specialisti hanno raggiunti il punteggio minimo richiesto.
Utilizzando lo stesso questionario sono state poi valutate in cieco dagli stessi esperti 22 procedure (12 di ENM e 10 di TTNA-ENM) eseguite su pazienti. Il punteggio ottenuto dagli specialisti è risultato sovrapponibile a quello ottenuto al termine del training, soltanto uno dei partecipanti non è riuscito a portare a termine la procedura e solo in un caso si è avuta una complicanze emorragica minore trattata localmente senza interessamento emodinamico.
L’analisi dei dati ha confermato che le abilità ottenute venivano mantenute nel tempo anche durante procedure su paziente, confermando l’importanza della fase di training. Tuttavia, un soggetto non è stato in grado di dimostrare un punteggio minimo nonostante il superamento della fase di simulazione. Questo dato sottolinea l’importanza di test dopo la simulazione e come diversi fattori possano inficiare le prestazioni tra ambiente simulato e paziente.
Lo studio, come già sottolineato dagli Autori, conferma l’importanza del training per l’acquisizione di competenze e abilità in procedure complesse, e come queste vengano poi espresse durante la procedure in vivo. Tuttavia la rivalutazione è necessaria per capire se in tutti i soggetti le competenze apprese possano essere perse nell’intervallo di tempo tra la fine del training e la prima procedura in vivo.
Lo sviluppo di questionari validati e riproducibili è un altro elemento fondamentale per giudicare le capacità in modo oggettivo durante le varie fasi di apprendimento. Ulteriori studi su una popolazione più ampia potrebbero meglio chiarire gli aspetti sollevati dagli Autori.

 

Bibliografia

  1. Davoudi M, Colt HG, Osann KE, et al. Endobronchial ultrasound skills and tasks assessment tool: assessing the validity evidence for a test of endobronchial ultrasound- guided transbronchial needle aspiration operator skill. Am J Respir Crit Care Med 2012;186:773-9.
  2. Pastis NJ, Vanderbilt AA, Tanner NT, et al. Construct validity of the Simbionix bronch mentor simulator for essential bronchoscopic skills. J Bronchology Interv Pulmonol 2014;21:314-21.
  3. Livi V, Barisione E, Salio M, et al. Competence in navigation, guided transbronchial biopsy for peripheral pulmonary lesions (PPL). Panminerva Med 2018;[Epub ahead of print].