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La riduzione di volume polmonare è raggiungibile, oltre che con le valvole endobronchiali, anche con l’utilizzo di mezzi fisici come il calore generato e veicolato dal vapore acqueo (BVTA). L’infiammazione tissutale, provocata dal calore, genera una reazione che porta alla reazione cicatriziale. La riduzione di volume non è influenzata dalla presenza di una ventilazione collaterale a differenza delle valvole endobronchiali.

L’articolo raccoglie i dati di due studi paralleli open-label senza braccio di controllo, nei quali sono stati trattati monolateralmente ai lobi superiori 44 pazienti affetti da enfisema polmonare eterogeneo (24 al lobo superiore destro e 20 al lobo superiore sinistro).
L’energia termica sviluppata dal vapore acqueo ha permesso di ottenere a 6 mesi una significativa riduzione di volume del lobo polmonare trattato, un miglioramento significativo del SGRQ score e del test del cammino (6’WT) con un miglioramento del mMRC score.
Il tutto con un profilo di sicurezza accettabile, non avendo gli autori riportato complicanze importanti durante la esecuzione della procedura. Gli eventi avversi più frequenti sono stati riferibili, nei 30 giorni seguenti la procedura endoscopica, solamente a riacutizzazioni talvolta anche importanti, della patologia bronco ostruttiva. Un unico decesso è stato registrato, tuttavia dopo 67 giorni dalla BTVA. I risultati ottenuti sono stati definiti dagli autori come incoraggianti.

E’ innegabile che il punto di forza della metodica sia rappresentato dalla sua efficacia anche in presenza di una ventilazione collaterale o di una scissura incompleta; lo svantaggio maggiore è individuabile nella irreversibilità degli effetti ottenuti. Per un validazione della metodica sono obbligatoriamente necessari studi numericamente più significativi nei quali sia compreso anche un braccio di controllo.