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Il presente studio si inserisce tra gli studi che, a livello mondiale, stanno inquadrando i diversi aspetti della pandemia da SARS-CoV-2 e mostra per primo le alterazioni della funzione respiratoria che si mantengono ad un mese dall’insorgenza dell’infezione. La pandemia da COVID-19 è stata dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’11 marzo 2020 con un numero di casi attualmente segnalati nel mondo al 12 maggio di 4 milioni di persone (1). L’infezione virale da SARS-CoV-2 provoca malattia polmonare in un ampio numero di casi con frequente sviluppo di patologia grave con persistenza di alterazioni parenchimali polmonari anche nel paziente che ha superato la fase acuta. Le manifestazioni parenchimali polmonari visualizzate alla TC nel periodo successivo a 2 settimane dall’insorgenza di malattia evolvono da aree prevalenti ground glass ad aree addensate con broncogramma aereo, reticolazioni ed ispessimenti delle pareti bronchiali (2). In altre infezioni da coronavirus le alterazioni funzionali e radiologiche sono state evidenziate per un lungo tempo successivo all’infezione (mesi ed anni) con persistente riduzione della DLco (3).
Sono stati reclutati per lo studio 110 pazienti affetti da COVID-19 classificando i pazienti come affetti da patologia lieve (sintomi lievi, radiografia del torace negativa), 24 casi, pazienti affetti da polmonite (sintomi e radiologia compatibile, senza necessità di supplementazione di ossigeno), 67 casi, pazienti con polmonite grave (polmonite associata a frequenza respiratoria maggiore di 30 atti/minuto oppure grave distress respiratorio o saturazione ossiemoglobinica minore di 93% in aria ambiente), 19 casi. Sono stati esclusi dall’arruolamento pazienti critici (definiti sulla base di necessità di intubazione, presenza di shock settico e altra insufficienza d’organo). I pazienti sono stati arruolati a circa 1 mese dall’insorgenza dei sintomi, in particolare 20 ± 6 giorni per i pazienti lievi, 29 ± 8 giorni per quelli affetti da polmonite e 34 ± 7 giorni per i pazienti gravi. L’esame spirometrico veniva effettuato il giorno stesso o il giorno dopo la dimissione e per tutti i pazienti la saturazione ossiemoglobinica è stata definita normale alla dimissione e senza significative differenze tra i diversi gruppi. Il 40% dei pazienti era affetto da comorbilità, ma solo 3 pazienti presentavano patologie respiratorie croniche (uno con asma, uno con bronchite cronica ed uno con bronchiectasie). Non vi erano differenze statisticamente significative tra i vari gruppi per le variabili BMI, presenza di comorbilità, rapporto maschi/femmine e abitudine al fumo di sigaretta. Le prove di funzionalità respiratoria venivano effettuate seguendo le linee guida ATS-ERS e la misura della DLco è stata effettuata con la tecnica del respiro singolo.
I risultati dello studio mostravano una riduzione della DLco% nel 47,2% dei casi e su 51 pazienti con DLco ridotta solo 29 (26,8%) mostravano riduzione del rapporto DLco/Va. Ulteriori parametri riscontrati alterati sono stati TLC% nel 25% dei casi, FEV1% nel 13,6% dei casi, FVC% nel 9,1% dei casi e FEV1/FVC% nel 4,5% dei casi. Analizzando i diversi gruppi in base alla gravità del quadro clinico si evidenziava che anche il gruppo con patologia lieve, senza segni radiografici di polmonite, presentava una percentuale di casi con alterazioni funzionali. In particolare il 30% dei pazienti definiti lievi presentava DLco ridotta, il 17% riduzione della capacità polmonare totale e una minoranza presentava riduzione dei flussi espiratori massimali. Il confronto tra i 3 gruppi di pazienti mostrava una significativa maggiore riduzione della DLco nei pazienti affetti da patologia grave (84,21% dei pazienti) rispetto a quelli con polmonite (42,4%) e quelli con patologia lieve (30,43%) con p < 0,001. Per quanto riguarda i volumi polmonari si osservava riduzione sia di TLC che di RV e progressivamente aumentava significativamente la percentuale di pazienti con riduzione di TLC al di sotto dell’80% predetto (47,37% nei gravi) con p di 0,049.
È stato evidenziato che l’infezione da COVID-19 a livello polmonare provoca danno alveolare diffuso (4). In pazienti infettati da coronavirus quelli affetti da SARS hanno mostrato significative alterazioni della funzione polmonare per lungo tempo dopo l’infezione fino a 2 anni e delle alterazioni funzionali e la riduzione della DLco era l’alterazione più frequentemente riscontrata seguita da una riduzione di TLC. Pazienti affetti da MERS invece hanno mostrato normalizzazione dei valori di TLC ad un anno dall’infezione. I dati del presente studio evidenziavano una maggiore percentuale di pazienti con riduzione della DLco rispetto a quelli con riduzione del rapporto DLco/Va per la quale gli autori ipotizzavano una prominente riduzione della capacità di diffusione attraverso la barriera alveolo-capillare rispetto alla riduzione dei volumi polmonari. Poiché sono state recentemente segnalate delle peculiarità a livello delle alterazioni anatomopatologiche di pazienti affetti da SARS-CoV-2 come la presenza di aree di AFOP, possibile bersaglio di terapia con steroide (5), e importante congestione capillare (4), queste potrebbero caratterizzare in maniera peculiare l’andamento nel tempo della funzione respiratoria di questi pazienti. Studi ulteriori nel tempo saranno necessari per delucidarne l’evoluzione funzionale.

 

Bibliografia 

  1. World Health Organization. Coronavirus disease (COVID-19) Situation Report 113. Link: https://www.who.int/docs/default-source/coronaviruse/situation-reports/20200512-covid-19-sitrep-113.pdf?sfvrsn=feac3b6d_2.
  2. Salehi S, Abedi A, Balakrishnan S, Gholamrezanezhad A. Coronavirus disease 2019 (COVID-19): a systematic review of imaging findings in 919 patients. AJR Am J Roentgenol 2020 14:1-7. [Epub ahead of print].
  3. Ngai JC, Ko FW, Ng SS, et al. The long-term impact of severe acute respiratory syndrome on pulmonary function, exercise capacity and health status. Respirology 2010;15:543-50.
  4. Menter T, Haslbauer JD, Nienhold R, et al. Post‐mortem examination of COVID19 patients reveals diffuse alveolar damage with severe capillary congestion and variegated findings of lungs and other organs suggesting vascular dysfunction. Histopatology 2020. [Epub ahead of print].
  5. Copin MC, Parmentier E, Duburcq T, et al. Time to consider histologic pattern of lung injury to treat critically ill patients with COVID-19 infection Intensive Care Med 2020. [Epub ahead of print].