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La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) rappresenta una delle più comuni malattie croniche al mondo e, ad oggi, è la terza causa di morte negli USA. Negli ultimi vent'anni i dati relativi a prevalenza e mortalità per tale patologia hanno subìto un incremento più rapido nel sesso femminile, alterando la storica percezione che la BPCO fosse una malattia predominante nei maschi, cambiamento in parte attribuito alle variazioni di genere nell'abitudine tabagica registratesi nell'ultimo secolo (1, 2). Recenti evidenze suggeriscono tuttavia il ruolo svolto dalla differente suscettibilità delle donne ai fattori di rischio per lo sviluppo della BPCO, non solo in relazione al fumo di tabacco, ma anche all'aumento dell'esposizione alle biomasse, all'incremento della patologia asmatica, per le differenti influenze genetiche e per le differenze nello sviluppo delle infezioni polmonari. Il tabagismo nelle donne, fenomeno in crescita nei paesi sviluppati, determina maggiore suscettibilità allo sviluppo di BPCO, in genere più precoce e per tempi di esposizione minori (3). Le donne risultano più esposte all'inquinamento da biomasse sia di origine industriale che ambientale, in relazione al sempre maggior coinvolgimento in settori lavorativi considerati in passato tipicamente maschili (es. industrie tessili). Anche riguardo all'asma, che rappresenta un importante fattore di rischio per la BPCO, le donne mostrano maggiore suscettibilità rispetto ai maschi. Ricerche continue studiano le ragioni di queste differenze, soffermandosi di volta in volta su: i potenziali effetti degli ormoni sessuali, la differente percezione della broncostenosi, l'atopia, l'iper-responsività bronchiale, la compliance ai trattamenti e le modalità di assunzione dei farmaci inalatori. Fattori genetici, quali il deficit di alfa1-antitripsina, sembrano giocare un ruolo più importante per le donne, che sviluppano una BPCO più severa e in età più precoce. Per quel che concerne le infezioni batteriche e virali, esse risultano la maggior causa di esacerbazione acuta nella BPCO, contribuendo allo sviluppo e alla progressione della malattia. Una recente metanalisi di 84 pubblicazioni dimostra che le infezioni delle alte vie aeree sono più comuni nel sesso femminile, mentre quelle delle basse vie aeree, come le polmoniti acquisite in comunità (CAP), sono più frequenti, più severe e gravate da più elevata mortalità nei maschi (4). La ragione precisa di queste differenze non è chiara, ma risiede probabilmente in differenze sia di tipo immunologico che ambientali. 
Sulla scorta di queste considerazioni, gli Autori dell’Università di Ankara hanno condotto uno studio retrospettivo su una popolazione di 384 pazienti ricoverati in ospedale, di cui 275 maschi, con un'età media di 68,30±10,46 anni, evidenziando l’esistenza di differenze di genere per quel che concerne le esacerbazioni della BPCO. I pazienti sono stati classificati in base a età, sesso, storia di fumo, esposizione alle biomasse e all'asbesto, ai dati spirometrici all’ingresso, alla durata della BPCO definita in base ai criteri GOLD (Global initiative for Obstruction Lung Disease), all'emogasanalisi all'atto del ricovero, alle caratteristiche delle esacerbazioni negli anni precedenti e durante il ricovero. Sono stati poi analizzati i dati relativi ai pazienti riacutizzati (definiti secondo i criteri di Anthonisen) durante il ricovero in terapia intensiva o in reparto, e l’etiologia della riacutizzazione. Sono state inoltre analizzate altre cause di esacerbazione come la bassa aderenza alla terapia in termini di assunzione giornaliera di farmaco e corretta inalazione, e l’inadeguato uso dell'ossigeno. I dati raccolti sono stati sottoposti ad analisi statistica e stratificati per genere per i vari fattori di rischio. Il 40% delle femmine e il 95% dei maschi riportavano una storia di esposizione al fumo. Il numero di fumatori correnti risultava simile tra i due sessi, con sostanziale prevalenza del fumo passivo nelle donne rispetto ai maschi (23,3% vs 6,7% rispettivamente). Più del 50% dei pazienti erano esposti a biomasse o ad asbesto con lieve prevalenza nelle donne. I valori spirometrici all'ingresso in ospedale risultavano migliori nelle donne rispetto agli uomini (FEV1%=48,9 vs 40,9; FVC%=136,8 vs 54,1), mentre si registravano valori più bassi di PO2 e più elevati di PCO2 nelle donne rispetto agli uomini (PO2=36,28 vs 57,93; PCO2=45,97 vs 42,49 rispettivamente). Le caratteristiche delle esacerbazioni al ricovero indicano che le infezioni tracheo-bronchiali avevano frequenza simile nei due gruppi, mentre le polmoniti risultavano più frequenti nei maschi. Relativamente agli altri fattori di rischio, le donne risultavano meno aderenti alla terapia, si ricoveravano più tardivamente dei maschi rispetto all'insorgenza dei sintomi, presentavano maggiori comorbidità, quali disturbi durante il sonno, insufficienza renale, reflusso gastroenterico e anemia, mentre malattie quali la coronaropatia, il tumore del polmone e neoplasie di altri organi erano egualmente rappresentate nei due sessi. I trattamenti farmacologici assunti nel periodo di stabilità, come gli agenti anticolinergici a rapida azione e i corticosteroidi orali, risultavano maggiormente impiegati dalle donne.
In conclusione, questi dati dimostrano che la suscettibilità ai diversi fattori di rischio, quali il fumo di sigaretta e l’esposizione agli inquinanti atmosferici, è simile nei due sessi per l'evoluzione socio-ambientale e l'avvicinamento delle donne al mondo industriale. Riguardo alle caratteristiche delle infezioni, la percentuale di donne che si ammala di infezioni tracheo-bronchiali è maggiore rispetto agli uomini, che invece risultano più spesso affetti da polmonite. Per quel che concerne le differenze tra l'insorgenza dei sintomi e l'accesso alla struttura ospedaliera, per le donne si registrano tempi più lunghi. Tale ultimo aspetto può essere legato allo stato socio-economico e culturale in determinati paesi, nei quali le donne potrebbero subire discriminazioni di trattamento rispetto agli uomini.

Bibliografia
1. Aryal S, Diaz-Guzman E, Mannino DM. Influence of sex on chronic obstructive pulmonary disease risk and treatment outcomes. Int J Chron Obstruct Pulmon Dis 2014;9:1145-54.
2. de Torres JP, Casanova C, Hernàndez C, et al. Gender and COPD in patients attending a pulmonary clinic. Chest 2005;128:2012-6.
3. Chapman KR, Tashkin DP, Pye DJ. Gender bias in the diagnosis of COPD. Chest 2001;119:1691-5.
4. Aryal S, Diaz-Guzman E, Mannino DM. COPD and gender differences: an update. Transl Resp 2013;162:208-18.