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Il tema dei rapporti tra ambiente ed asma è certamente tra i più dibattuti degli ultimi anni essendo stato ampiamente dimostrato che lo stile di vita cosiddetto “occidentale” è in grado di favorire, con vari meccanismi, lo sviluppo di allergopatie del tratto respiratorio superiore ed inferiore (1,2). Malgrado qualche voce discordante (3), il nascere e vivere in ambiente rurale (es. in aziende lattiero casearie tradizionali) con contatto con animali ed alta esposizione a germi di varia tipologia è considerato un fattore “protettivo” sullo sviluppo di tali patologie. L’articolo di Stein et al. appena pubblicato sull'autorevole New England Journal of Medicine sarà sicuramente considerato una ulteriore “pietra miliare” di tale dottrina. Gli autori hanno studiato due distinti gruppi di agricoltori americani, gli Amish (residenti nell'Indiana, ma provenienti dalla Svizzera) e gli Hutterite (residenti nel Sud Dakota, ma originari del Sud Tirolo), entrambi trasferitisi nel Nord America nel 18° e 19° secolo, rispettivamente. Entrambi gli stili di vita sono simili rispetto ai fattori di rischio per l’asma (es. nuclei familiari ampi, alimentazione sana, rara abitudine tabagica, assenza di inquinamento ambientale ecc.). La differenza sostanziale sta nell'agricoltura tradizionale e nel vivere in abitazioni isolate degli Amish e nell'agricoltura altamente industrializzata con varie fattorie comuni degli Hutterite. Studi precedenti avevano già dimostrato che la prevalenza di asma e di sensibilizzazione allergica erano molto più basse nei primi rispetto ai secondi (5,2% vs 21,3% e 7,2% vs 33,3% rispettivamente) (4,5). Lo scopo del presente studio è stato però la valutazione del ruolo dei rispettivi stili di vita sulle risposte immuni, essendo questo aspetto poco approfondito dalla letteratura.
Gli autori hanno studiato l'esposizione ambientale, la genetica ed il profilo immunitario di 30 bambini (7-14 anni) Amish e 30 bambini Hutterite di pari età; inoltre sono stati misurati i livelli di allergeni ed endotossine e la composizione del microbioma prelevato da campioni di polvere domestica. Da prelievi ematici sono stati misurati inoltre i livelli di IgE sieriche, la risposta delle citochine e l’espressione genica; infine i leucociti ematici periferici sono stati fenotipizzati mediante citometria. Gli estratti delle polveri prelevate nelle case delle due popolazioni sono state somministrate ad animali da esperimento (topi), utilizzati come modello di asma allergico. Senza entrare nei dettagli delle complesse indagini eseguite sui prelievi ematici umani ed ambientali, e dei riscontri immunologici sui prelievi effettuati negli animali, i risultati sono stati inequivocabili.
Malgrado il “background” genetico comune (entrambi i gruppi studiati provengono dall'Europa) e gli stili di vita similari, la prevalenza dell'asma e della sensibilizzazione allergica era dalle 4 alle 6 volte più bassa nel gruppo Amish nelle cui case i livelli medi di endotossine erano 6.8 volte più alti rispetto all'altro gruppo.
La composizione microbica dei campioni di polvere prelevati nelle case Amish e Hutterite è risultata molto differente. Sono state anche evidenziate profonde differenze nelle proporzioni, fenotipi e funzioni delle cellule della immunità innata. Nel modello murino di asma, l'instillazione intranasale di estratti di polvere da case Amish (ma non da quelle Hutterite) era in grado di indurre una significativa riduzione della iperreattività bronchiale e del numero di eosinofili. La conferma di questi ultimi riscontri è stata la abrogazione degli effetti protettivi allorché gli estratti di polveri venivano instillati in un particolare ceppo di topi caratterizzato da bassi livelli di molecole MyD88 e Trif. Tali molecole risultano indispensabili nei processi di segnalazione propri dell'immunità innata.
Lo studio di Stein et al. ha confermato precedenti osservazioni sulla marcata differenza nella prevalenza dell'asma negli Amish e Hutterite malgrado la comune base genetica e gli stili di vita “quasi” similari. In realtà gli Amish praticano una attività agricola e di allevamento di tipo tradizionale e sono esposti ad un ambiente molto ricco di germi. Questo ambiente favorisce una rilevante bassa prevalenza della malattia asmatica; il particolare profilo delle risposte immuni suggerisce che l'alta carica batterica influenza in modo decisivo l'immunità innata attivando, evidentemente, i segnali in tal senso.
Lo studio ha come limite il numero relativamente esiguo di soggetti studiati, però le indagini eseguite sono complesse e toccano tutti i principali aspetti di questa problematica. Pertanto, l’importanza di questo studio sta nell'aver sottolineato il ruolo determinante giocato dall'immunità innata nei processi di sensibilizzazione allergica e, quindi, di sviluppo della patologia asmatica. Tale patologia prende l'avvio, come è noto, da uno squilibrio tra i fattori che “proteggono” rispetto a quelli che “facilitano” i processi di sensibilizzazione. E' evidente pertanto che la prevenzione primaria delle patologie allergiche respiratorie debba andare nella direzione di riequilibrare questi fattori poiché, nella società industrializzata ed inquinata, i fattori “facilitanti” prevalgono nettamente su quelli “protettivi”.

Bibliografia

1. Ober C, Yao TC. The genetics of asthma and allergic disease: a 21st century perspective. Immunol Rev 2011;242:10-30.
2. Ege MJ, Mayer M, Normand AC, et al. Exposure to environmental microorganisms and childhood asthma. N Engl J Med 2011;364:701-9.
3. Ege MJ, Frei R, Bieli C, et al. Not all farming environments protect against the development of asthma and wheeze in children. J Allergy Clin Immunol 2007;119:1140-7.
4. Ege MJ, Strachan DP, Cookson WO, et al. Gene-environment interaction for childhood asthma and exposure to farming in Central Europe. J Allergy Clin Immunol 2011;127: 138-44.
5. Holbreich M, Genuneit J, Weber J, et al. Amish children living in northern Indiana have a very low prevalence of allergic sensitization. J Allergy Clin Immunol 2012;129:1671-3.