Usando questo sito si accetta l'utilizzo dei cookie per analisi, contenuti personalizzati e annunci.

Le riacutizzazioni sono un evento frequente nella evoluzione della BPCO. I pazienti affetti da questa malattia hanno una media di 1-3 episodi di riacutizzazione per anno che possono costringerli al ricovero ospedaliero ed essere anche causa di exitus. L'importanza delle esacerbazioni nella BPCO è diventata sempre più evidente a causa dell'impatto negativo che questi episodi hanno sulla storia naturale della malattia. E' infatti notorio che le ripetute riacutizzazioni possono influire sfavorevolmente sulla qualità di vita e sulla funzione polmonare a breve e lungo termine. Concorre al contenimento e alla prevenzione delle riacutizzazioni una idonea gestione terapeutica della BPCO in fase stabile: broncodilatatori a lunga durata d'azione, da soli o in combinazione con corticosteroidi per via inalatoria, si sono dimostrati efficaci nel ridurre il tasso di esacerbazioni nei pazienti con BPCO. Altri farmaci, come i mucolitici e immunomodulatori, di recente hanno fornito risultati positivi.

Interventi non farmacologici, come la riabilitazione, piani di auto-gestione e il mantenimento di elevati livelli di attività fisica nella vita quotidiana sono anche strategie utili per prevenire le riacutizzazioni nei pazienti con BPCO e dovrebbero essere attuate nella pratica clinica regolare.

Per quanto riguarda la terapia antibiotica, utilizzata comunemente nella riacutizzazione della BPCO, si discute da tempo di un suo impiego anche nelle fasi stabili della malattia. Una pubblicazione del 2008 di Seemungal, riguardante l'impiego a lungo termine dell'eritromicina, al di fuori della riacutizzazione della BPCO, come strumento terapeutico di prevenzione delle esacerbazioni e, contestualmente, della progressione della malattia, aveva riaperto un controverso e reiterato argomento sulla opportunità o meno di un trattamento profilattico dell'infezione bronchiale. Nel tempo si sono succeduti numerosi articoli pro e contro il modello terapeutico proposto; allo stato i fautori dell'intervento preventivo sembrano essersi imposti agli antagonisti, nonostante alcuni interrogativi rimangano aperti. Giova infatti ricordare, a fronte dei risultati interessanti prodotti in particolare dall'evidenza dell'efficacia flogistica dei macrolidi a basso dosaggio assunti a lungo dal paziente con BPCO, i seguenti aspetti: la scelta terapeutica non si è dimostrata di facile accettazione da parte dei pazienti per il prolungato impegno curativo, l'impiego inoltre degli antibiotici per mesi può favorire la comparsa di ceppi resistenti, il rischio infine di effetti collaterali costituisce pur sempre un'insidia. Tuttavia, gli studi attuali sulla flogosi delle vie aeree, sulla sua importanza patogenetica e sulle potenzialità della terapia antibiotica per la prevenzione delle riacutizzazioni non possono essere trascurati e meritano ulteriori approfondimenti. Batteri e processo flogistico sono strettamente connessi nel processo evolutivo della BPCO. E' bene rammentare, a questo proposito, che i batteri stimolano la risposta infiammatoria dell’ospite mediante rilascio di citochine con danneggiamento delle vie aeree e che la colonizzazione batterica (batteri patogeni possono essere isolati nelle vie aeree di pazienti con BPCO anche fino all’ 82 % dei casi, in particolare nelle forme severe) produce rilevanti fenomeni: antigeni batterici nelle basse vie aeree provocano ipersensibilità, circostanza che amplifica l’iperreattività bronchiale ed induce un’infiammazione eosinofila; i batteri incrementano la flogosi che conduce all’ostruzione progressiva delle vie aeree; l’invasione e la persistenza batterica nei tessuti respiratori determinano persistenza della flogosi cronica ed alterata risposta ad agenti irritanti.

Il tema viene ripreso dalla pubblicazione segnalata: Macrolide effects on the prevention of COPD exacerbations. Gli autori evidenziano l'utilità del trattamento con macrolidi per prevenire riacutizzazioni e migliorare la qualità della vita e i sintomi in quei pazienti con BPCO che soffrono di frequenti esacerbazioni. Riferiscono degli effetti antimicrobici dei macrolidi e della varietà delle loro azioni: attività antinfiammatoria e antivirale, efficacia nel ridurre la quantità di espettorato e nell' inibire la formazione del biofilm e la produzione del fattore di virulenza batterica.

Gli approcci innovativi basati sull'uso di antibiotici nel tentativo di sopprimere la colonizzazione bronchiale o l'uso, ampiamente richiamato nell'articolo raccomandato in questa occasione, sono oggetto di assidua indagine. E’ presumibile che in un prossimo futuro l'interesse scientifico riguardante la riacutizzazione della BPCO si aprirà a nuovi scenari di indagine come la epidemiologia molecolare e la moderna immunologia; tuttavia, gli studi attuali sul binomio flogosi-infezione delle vie aeree e sulla sua importanza patogenetica sono di grande interesse, riportano risultati incoraggianti e non possono essere sottovalutati.